Licodia Eubea
Condanna definitiva all'ergastolo per Loris Gagliano
Nel 2011 uccise a coltellate l'ex fidanzata e suo nonno
Nel 2011 uccise a coltellate l'ex fidanzata e suo nonno
La Corte d'assise d'appello di Catania ha stabilito l'inammissibilità del processo
d'appello per l'esplicita rinuncia dell'imputato al secondo grado di giudizio.
Confermata la pena inflitta dal Tribunale di Caltagirone nel 2013.
Diventa definitiva e inappellabile la condanna all'ergastolo per Loris Gagliano,
il giovane che il 27 dicembre del 2011 uccise a coltellate, nella loro abitazione
di Licodia Eubea, l'ex fidanzata Stefania Noce e il nonno di quest'ultima, il 71enne
Paolo Miano, ferendo Gaetana Ballirò, 73 anni, nonna e moglie delle due vittime.
Lo ha stabilito oggi, poco dopo le 13, la Corte d'assise d'appello di Catania,
che ha ritenuto inammissibile la celebrazione del processo di secondo grado poiché
l'imputato, reo confesso, nel corso della penultima udienza aveva chiesto di non
essere giudicato.
La pena era stata inflitta il 5 aprile del 2013 dal Gup del Tribunale di Caltagirone al termine del rito abbreviato.
Il difensore dell'imputato, l'avvocato Giuseppe Rabbito, durante l'ultima arringa aveva puntato sulla semi infermità mentale per Gagliano e invocato il riconoscimento delle attenuanti generiche. L'accusa, in aula con il magistrato Luigi Toscano, aveva invece chiesto l'inammissibilità del processo di secondo grado per la rinuncia dell'imputato all'impugnazione della sentenza di primo grado. Inoltre, in subordine, era stata chiesta la conferma dell'ergastolo.
I familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Enzo ed Enrico Trantino, si erano costituiti parte civile nel processo, insieme al Comune di Licodia Eubea e al centro antiviolenza «Thamaia» di Catania.
La pena era stata inflitta il 5 aprile del 2013 dal Gup del Tribunale di Caltagirone al termine del rito abbreviato.
Il difensore dell'imputato, l'avvocato Giuseppe Rabbito, durante l'ultima arringa aveva puntato sulla semi infermità mentale per Gagliano e invocato il riconoscimento delle attenuanti generiche. L'accusa, in aula con il magistrato Luigi Toscano, aveva invece chiesto l'inammissibilità del processo di secondo grado per la rinuncia dell'imputato all'impugnazione della sentenza di primo grado. Inoltre, in subordine, era stata chiesta la conferma dell'ergastolo.
I familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Enzo ed Enrico Trantino, si erano costituiti parte civile nel processo, insieme al Comune di Licodia Eubea e al centro antiviolenza «Thamaia» di Catania.
24/11/2014 | 5424 letture | 0 commenti
di R.I.
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