Cronaca
Il Cara di Mineo "raddoppia": 900 posti per l'hotspot
Ma la Commissione d'inchiesta non condivide la scelta
Ma la Commissione d'inchiesta non condivide la scelta
Già appaltati i lavori per la nuova area, che sorgerà all'interno del centro
d'accoglienza ma sarà isolata con apposite misure. Nell'ex Residence
degli aranci sembra però cambiato poco rispetto al passato.
Prima l'aspetto gestionale, con tanto di visita sul campo, poi il "groviglio"
giudiziario, rispetto al quale si proverà a fare il punto complessivo delle indagini.
Durante la due giorni siciliana, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema
di accoglienza dei migranti tirerà le somme su uno dei nodi più "caldi"
della rete che offre ospitalità ai disperati approdati sulle coste dell'Isola,
quello del Cara di Mineo.
Quasi pronta la relazione – Dopo un anno di attività, infatti, il dossier
è quasi completo e prossimo all'approvazione. Per renderlo aggiornato alle ultime
novità, una delegazione guidata dal presidente Federico Gelli (Pd), accompagnato
dai deputati Erasmo Palazzotto (Si-Sel), Giovanni Burtone (Pd), Marialucia Lorefice
(M5s) e Giuseppe Brescia (M5s), ha visitato ieri pomeriggio la struttura di contrada
Cucinella.
Dalle prime impressioni "a caldo", raccolte al termine dell'ispezione, non sembra sia cambiato molto rispetto al passato. «Le condizioni del Cara – spiega Palazzotto – sono sempre le stesse: non sono garantiti gli standard dal punto di vista dell'integrazione. Questo pomeriggio abbiamo fatto un approfondimento per capire se c'erano modifiche dopo la gestione commissariale, ma si soffre per le presenze, circa 3.300. Quella struttura – aggiunge – non è adeguata a fare accoglienza né integrazione e negli anni ha avuto opacità sulla gestione».
Perplesso anche Burtone, secondo cui «ancora ci sono delle criticità che stiamo esaminando. Alcune cose hanno avuto un'evoluzione, ma c'è un problema di sovraffollamento».
Riflettori anche sulle caserme dismesse – A breve, inoltre, bisognerà fare i conti anche con l'hotspot. Sono già stati appaltati i lavori di adeguamento di un'area di 90 unità abitative, per circa 900 posti, fisicamente separata dal resto del Cara, che dunque continuerà la sua attività parallelamente al nuovo blocco.
«Questa è una cosa che non convince tanti di noi – confessa Burtone –, porremo il problema perché hotspot e Cara insieme diventano una cosa delicata. Penso che la maggior parte della Commissione non porrà una valutazione favorevole». Non ha dubbi nemmeno Palazzotto, che definisce «una follia costruire un
hotspot lì, esattamente come lo è stato costruire il Cara».
Più prudenza, invece, rispetto a un'eventuale chiusura del centro, contro la quale si sono schierati i sindacati, preoccupati per gli inevitabili risvolti dal punto di vista occupazionale. «Il Cara – spiega Palazzotto – non può essere dismesso dall'oggi al domani, ma non possiamo sottoporre il modello di accoglienza alla richiesta di lavoro. Bisogna riconvertire quei posti dentro un modello diffuso sul territorio. Questo va fatto con strategia».
Intanto la Commissione ha ottenuto un elenco di fornitori e presto accenderà i riflettori anche sull'ipotesi di riconversione in centri di accoglienza delle caserme dismesse, tra le quali rientra anche l'ex Deposito dell'Aeronautica militare di Vizzini Scalo, che sorge a una manciata di chilometri dall'ex Residence degli aranci. Questa mattina, invece, la delegazione passerà alle audizioni in Prefettura. Saranno ascoltati il prefetto e il questore di Catania, i procuratori capo di Catania e Caltagirone, il direttore del Cara, il commissario della cooperativa La Cascina, e l'Unità di missione del Ministero dell'Interno.
Secondo Palazzotto gli standard non sono garantiti, Burtone rimane perplesso per lo stato di sovraffollamento della struttura.
Dalle prime impressioni "a caldo", raccolte al termine dell'ispezione, non sembra sia cambiato molto rispetto al passato. «Le condizioni del Cara – spiega Palazzotto – sono sempre le stesse: non sono garantiti gli standard dal punto di vista dell'integrazione. Questo pomeriggio abbiamo fatto un approfondimento per capire se c'erano modifiche dopo la gestione commissariale, ma si soffre per le presenze, circa 3.300. Quella struttura – aggiunge – non è adeguata a fare accoglienza né integrazione e negli anni ha avuto opacità sulla gestione».
Perplesso anche Burtone, secondo cui «ancora ci sono delle criticità che stiamo esaminando. Alcune cose hanno avuto un'evoluzione, ma c'è un problema di sovraffollamento».
Riflettori anche sulle caserme dismesse – A breve, inoltre, bisognerà fare i conti anche con l'hotspot. Sono già stati appaltati i lavori di adeguamento di un'area di 90 unità abitative, per circa 900 posti, fisicamente separata dal resto del Cara, che dunque continuerà la sua attività parallelamente al nuovo blocco.
«Questa è una cosa che non convince tanti di noi – confessa Burtone –, porremo il problema perché hotspot e Cara insieme diventano una cosa delicata. Penso che la maggior parte della Commissione non porrà una valutazione favorevole». Non ha dubbi nemmeno Palazzotto, che definisce «una follia costruire un
Questa mattina la Commissione continuerà la sua attività con diverse audizioni in Prefettura.
Più prudenza, invece, rispetto a un'eventuale chiusura del centro, contro la quale si sono schierati i sindacati, preoccupati per gli inevitabili risvolti dal punto di vista occupazionale. «Il Cara – spiega Palazzotto – non può essere dismesso dall'oggi al domani, ma non possiamo sottoporre il modello di accoglienza alla richiesta di lavoro. Bisogna riconvertire quei posti dentro un modello diffuso sul territorio. Questo va fatto con strategia».
Intanto la Commissione ha ottenuto un elenco di fornitori e presto accenderà i riflettori anche sull'ipotesi di riconversione in centri di accoglienza delle caserme dismesse, tra le quali rientra anche l'ex Deposito dell'Aeronautica militare di Vizzini Scalo, che sorge a una manciata di chilometri dall'ex Residence degli aranci. Questa mattina, invece, la delegazione passerà alle audizioni in Prefettura. Saranno ascoltati il prefetto e il questore di Catania, i procuratori capo di Catania e Caltagirone, il direttore del Cara, il commissario della cooperativa La Cascina, e l'Unità di missione del Ministero dell'Interno.
08/07/2016 | 5226 letture | 0 commenti
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