Licodia Eubea
Bande importavano e sfruttavano prostitute nigeriane
Già 11 fermi, una 27enne arrestata nella "sede logistica"
Già 11 fermi, una 27enne arrestata nella "sede logistica"
L'operazione, condotta tra Napoli, Caserta, Padova e Palermo, coinvolge 15 persone.
Ipotizzato il reato associazione per delinquere finalizzata alla tratta di giovani
extracomunitarie.
Nella giornata odierna è stata data esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare
in carcere emessa, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, dal gip
del Tribunale di Catania nei confronti di 15 persone. In particolare, personale
della Squadra mobile di Catania, in collaborazione i colleghi di Napoli, Caserta,
Padova e Palermo, ha tratto in arresto una 23enne, una 28enne e una 44enne a Catania,
una 34enne a Siracusa, una 28enne e una 31enne a Giugliano in Campania (in provincia
di Napoli), una 36enne e una 37enne a Vigodarzere (in provincia di Padova), una
30enne a Castel Volturno (in provincia di Caserta), un 40enne a Mondragone (in
provincia di Caserta) e una 27enne a Licodia Eubea.
Nei confronti di altri quattro destinatari di misura cautelare è in corso la
procedura per l'emissione di mandato di arresto europeo e per l'estradizione.
I soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione
per delinquere finalizzata alla tratta di persone ai danni di giovani donne di
nazionalità nigeriana, di singole ipotesi delittuose di tratta di persone, con
l'aggravante della transnazionalità, e del reato di sfruttamento della
prostituzione.
Una delle due organizzazioni che gestiva il giro di prostituzione aveva sede logistica a Licodia Eubea.
Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di una complessa indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, originata dalla querela di una donna di nazionalità nigeriana aggredita perché si era rifiutata di corrispondere denaro a un connazionale quale corrispettivo del permesso di prostituirsi in strada a Catania.
Le risultanze investigative mettevano in luce l'esistenza di un gruppo criminale composto da soggetti libici, ghanesi e nigeriani dedito ai trasferimenti dalla Nigeria all'Italia di migranti provenienti dall'area subsahariana.
Il "mercato" aveva ad oggetto quasi esclusivamente soggetti di sesso femminile, per lo più minorenni,destinate al circuito della prostituzione su strada. Le vittime, come già appurato anche in altre indagini, venivano sottoposte a rituali magici di vario genere per costringerle all'osservanza e all'ubbidienza ai propri sfruttatori.
Gli associati che in Italia attendevano l'arrivo delle ragazze commissionate, entrando in fibrillazione allorché la partenza programmata subiva ritardi, coì determinando ritardi anche nella percezione dei potenziali profitti.
All'arrivo in Italia, le vittime iniziavano un tirocinio unitamente alla propria madame che impartiva loro le direttive necessarie per un proficuo esercizio delle prostituzione.
Una delle due organizzazioni che gestiva il giro di prostituzione aveva sede logistica a Licodia Eubea.
Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di una complessa indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, originata dalla querela di una donna di nazionalità nigeriana aggredita perché si era rifiutata di corrispondere denaro a un connazionale quale corrispettivo del permesso di prostituirsi in strada a Catania.
Le risultanze investigative mettevano in luce l'esistenza di un gruppo criminale composto da soggetti libici, ghanesi e nigeriani dedito ai trasferimenti dalla Nigeria all'Italia di migranti provenienti dall'area subsahariana.
Il "mercato" aveva ad oggetto quasi esclusivamente soggetti di sesso femminile, per lo più minorenni,destinate al circuito della prostituzione su strada. Le vittime, come già appurato anche in altre indagini, venivano sottoposte a rituali magici di vario genere per costringerle all'osservanza e all'ubbidienza ai propri sfruttatori.
Gli associati che in Italia attendevano l'arrivo delle ragazze commissionate, entrando in fibrillazione allorché la partenza programmata subiva ritardi, coì determinando ritardi anche nella percezione dei potenziali profitti.
All'arrivo in Italia, le vittime iniziavano un tirocinio unitamente alla propria madame che impartiva loro le direttive necessarie per un proficuo esercizio delle prostituzione.
24/10/2016 | 8669 letture | 0 commenti
di R.I.
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