
Accade in paese
Quel pallone di ceramica così perfetto da sembrare vero
Era un'opera d'arte, distrutta insieme ai finti mozziconi
Era un'opera d'arte, distrutta insieme ai finti mozziconi
Due delle installazioni di Giorgio Di Palma sono andate perse poche ore
dopo essere state collocate in due piazze del paese. L'autore: «Se una oggetto
è già tuo non lo rubi, non lo distruggi». All'interno la galleria fotografica.
Bisogna ammetterlo, quel pallone di ceramica era così perfetto da sembrare
vero. Incastrato in un lampione di piazza Santa Maria di Gesù, dove i bambini
giocano a calcio, lasciava immaginare che fosse finito lì dopo un tiro
sbilenco. E invece no. Era un'opera d'arte contemporanea, una delle installazioni
che, insieme ad altre cinque, l'artista pugliese Giorgio Di Palma aveva sparso in
giro per Vizzini.
Di 6 opere ne restano 4 - «Tempo un mese» - titolo del progetto
suggerito dalle quattro settimane a disposizione del 34enne di Grottaglie - e i
lavori ispirati alla vita quotidiana della cittadina verghiana sono finiti in strada.
Tempo un giorno (anzi, molto meno) e di alcune opere restano solo i cocci. Oppure
nemmeno quelli.
Non devono averlo capito subito che quel pallone non era fatto per essere preso a calci e non si trovava su quel lampione per caso. Qualcuno lo adocchia, prova maldestramente a tirarlo giù, ma si accorge che è di ceramica. Troppo tardi. L'oggetto, collocato martedì mattina, nel pomeriggio è già in frantumi. E i mozziconi di sigarette ammucchiati poco distante, sulle scale di piazza Marconi? Di ceramica anche quelli e - manco a dirlo - spariti in un baleno.
«Lo avevo previsto» - Giorgio, carattere mite e viso sorridente, non se la prende più di tanto, perché «in fondo - racconta - anche io sono del sud e lo so bene, da noi è ovunque così». Aveva messo in conto anche questo, «infatti ho provato sin dall'inizio a interagire con le persone - svela l'artista - in modo che sentissero le opere come cosa loro, perché se una oggetto è già tuo non lo rubi, non
lo distruggi. Certo, parlare con 6mila vizzinesi non è semplice...».
Adesso incrocia le dita per i coloratissimi palloncini di via San Giovanni, i gelati della salita Cicerone, i wurstel ispirati al cibo di cui va matto il randagio che gironzola in piazza Umberto I e le carte da gioco lasciate prudentemente al circolo «Verga».
«In un'epoca di sprechi - sottolinea Di Palma -, il mio obiettivo è creare oggetti caduti in disuso sin dalle loro origini, inutili, ma impossibili da lasciarsi alle spalle. Sopravviveranno perché sono fatti di terracotta, immortale». Un'immortalità che si è però dovuta arrendere alla vulnerabilità di opere trattate come gli oggetti comuni che fedelmente riproducono. Volendo tirar fuori un lato positivo da questa storia, si tratta pur sempre di una conferma della straordinaria abilità dell'artista "illusionista".

Presi di mira i mozziconi di piazza Marconi e il pallone di piazza Santa Maria di Gesù.

Non devono averlo capito subito che quel pallone non era fatto per essere preso a calci e non si trovava su quel lampione per caso. Qualcuno lo adocchia, prova maldestramente a tirarlo giù, ma si accorge che è di ceramica. Troppo tardi. L'oggetto, collocato martedì mattina, nel pomeriggio è già in frantumi. E i mozziconi di sigarette ammucchiati poco distante, sulle scale di piazza Marconi? Di ceramica anche quelli e - manco a dirlo - spariti in un baleno.
«Lo avevo previsto» - Giorgio, carattere mite e viso sorridente, non se la prende più di tanto, perché «in fondo - racconta - anche io sono del sud e lo so bene, da noi è ovunque così». Aveva messo in conto anche questo, «infatti ho provato sin dall'inizio a interagire con le persone - svela l'artista - in modo che sentissero le opere come cosa loro, perché se una oggetto è già tuo non lo rubi, non

L'artista aveva anche provato a parlare con la popolazione locale per preservare le sue opere.

Adesso incrocia le dita per i coloratissimi palloncini di via San Giovanni, i gelati della salita Cicerone, i wurstel ispirati al cibo di cui va matto il randagio che gironzola in piazza Umberto I e le carte da gioco lasciate prudentemente al circolo «Verga».
«In un'epoca di sprechi - sottolinea Di Palma -, il mio obiettivo è creare oggetti caduti in disuso sin dalle loro origini, inutili, ma impossibili da lasciarsi alle spalle. Sopravviveranno perché sono fatti di terracotta, immortale». Un'immortalità che si è però dovuta arrendere alla vulnerabilità di opere trattate come gli oggetti comuni che fedelmente riproducono. Volendo tirar fuori un lato positivo da questa storia, si tratta pur sempre di una conferma della straordinaria abilità dell'artista "illusionista".
23/04/2015 | 5346 letture | 0 commenti
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