Terza pagina
La XIII Giornata F.A.I. di Primavera
Un delizioso ed interessante anticipo di primavera ha sottolineato questo fine
settimana di pieno sole che ci ha visto tutti usciti dalle tane come lumache, e
la passeggiata è divenuta evento culturale anche a Vizzini, dove si è
vissuto un evento storico: l’apertura di Palazzo Trao-Ventimiglia.
Storico lo è stato veramente e fuor di metafora per chi, come me, era costretto a constatarne (e a risponderne ai turisti contrariati) la fatiscenza, tal che sembrava quasi un condanna, una maledizione definitiva, già sancita dal "nostro" Giovanni Verga.
Già all’uscita del "Mastro" il Verga ne descriveva la fatiscenza che rappresentava anche il disfacimento fisico ed economico della nobilissima stirpe dei Trao, correva l’anno 1889! Reale o profetica che fosse, la decadenza è divenuta visibile nello sceneggiato del Vaccari, girato negli interni dello stesso palazzo.
Vederlo recuperato a distanza di così tanti anni desta quasi incredulità. La dimora storica non era l’unica ad essere aperta, vi era anche la Chiesa Madre, scrigno d’arte, e la chiesa di Sant'Agata, oltre al Museo dell’Immaginario Verghiano.
È sempre un piacere vedere le viuzze del centro percorse da mugoli di turisti, soprattutto per chi il mestiere di guida se lo ritrova cifrato nel DNA, tal che ci si ritrova, quasi senza accorgersene, seguiti da un nutrito gruppo di turisti e con straordinario piacere a raccontare le mille piccole o grandi storie che impregnano i palazzi, le chiese ed i campanili di questa cittadina.
Ma l’evento più significativo è certamente stato il taglio del nastro, significativamente dato dalla Signora Vittoria Paternò Castello in Ventimiglia, tornata in quella che fu una volta la dimora di famiglia. L’ing. Ventimiglia di Monforte ha anche regalato alla nostra memoria storica dei tasselli mancanti, come quello dell’edificazione della Chiesa di Sant’Anna, fatta costruire proprio dai Ventimiglia, i quali conservavano, a riprova di ciò, una reliquia della Santa.
La Chiesetta settecentesca versa, come già ribadito, in condizioni disastrose, ed in quest’occasione è stato, proprio dai Signori Ventimiglia, lanciato l’auspicio che la prossima giornata del F.A.I possa celebrare l’apertura e l’avvenuto restauro della Chiesa, il cui convento, nel romanzo verghiano, vede rinchiusa Isabella Motta, figlia di Bianca, anche lei innamorata di un cugino.
Del resto tutto (o quasi) ci è dato sperare in una giornata di Primavera come questa, seguita ad un interminabile inverno!
Storico lo è stato veramente e fuor di metafora per chi, come me, era costretto a constatarne (e a risponderne ai turisti contrariati) la fatiscenza, tal che sembrava quasi un condanna, una maledizione definitiva, già sancita dal "nostro" Giovanni Verga.
Già all’uscita del "Mastro" il Verga ne descriveva la fatiscenza che rappresentava anche il disfacimento fisico ed economico della nobilissima stirpe dei Trao, correva l’anno 1889! Reale o profetica che fosse, la decadenza è divenuta visibile nello sceneggiato del Vaccari, girato negli interni dello stesso palazzo.
Vederlo recuperato a distanza di così tanti anni desta quasi incredulità. La dimora storica non era l’unica ad essere aperta, vi era anche la Chiesa Madre, scrigno d’arte, e la chiesa di Sant'Agata, oltre al Museo dell’Immaginario Verghiano.
È sempre un piacere vedere le viuzze del centro percorse da mugoli di turisti, soprattutto per chi il mestiere di guida se lo ritrova cifrato nel DNA, tal che ci si ritrova, quasi senza accorgersene, seguiti da un nutrito gruppo di turisti e con straordinario piacere a raccontare le mille piccole o grandi storie che impregnano i palazzi, le chiese ed i campanili di questa cittadina.
Ma l’evento più significativo è certamente stato il taglio del nastro, significativamente dato dalla Signora Vittoria Paternò Castello in Ventimiglia, tornata in quella che fu una volta la dimora di famiglia. L’ing. Ventimiglia di Monforte ha anche regalato alla nostra memoria storica dei tasselli mancanti, come quello dell’edificazione della Chiesa di Sant’Anna, fatta costruire proprio dai Ventimiglia, i quali conservavano, a riprova di ciò, una reliquia della Santa.
La Chiesetta settecentesca versa, come già ribadito, in condizioni disastrose, ed in quest’occasione è stato, proprio dai Signori Ventimiglia, lanciato l’auspicio che la prossima giornata del F.A.I possa celebrare l’apertura e l’avvenuto restauro della Chiesa, il cui convento, nel romanzo verghiano, vede rinchiusa Isabella Motta, figlia di Bianca, anche lei innamorata di un cugino.
Del resto tutto (o quasi) ci è dato sperare in una giornata di Primavera come questa, seguita ad un interminabile inverno!
21/03/2005 | 3469 letture | 0 commenti
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