Terza pagina
Storia di una condanna a morte
"Condannato alla pena di morte, da eseguirsi colla fucilazione". È questa
l'atroce sentenza che si legge nel manifesto destinato alla pubblica affissione
in tutta la Sicilia.
Stiamo parlando di più di 150 anni fa, quando la pena di morte, per reati per i quali oggi non si va più nemmeno in prigione, era cosa comune. Lo spunto ci è offerto dal ritrovamento di un documento, un manifesto appunto, datato 15 Settembre 1849. Il manifesto, all'epoca affisso in 400 copie in tutta la Sicilia, riporta la sentenza di condanna a morte di un vizzinese, tal Rosario Dorata, un trentenne calzolaio accusato di "asportazione di arma vietata (coltello stante)".
I dieci membri del Consiglio di Guerra di Guarnigione della Provincia di Catania condannarono il povero Dorata alla pubblica fucilazione e alle "spese del giudizio in favore del Real Tesoro". Ed il 15 Settembre, alle sette del mattino, al calzolaio fu tolta la vita.
Una testimonianza di tempi ormai passati, di leggi oggi considerate disumane, ma che ci da una piccola idea di come si potesse vivere un secolo e mezzo fa a Vizzini, tra la vita di tutti i giorni, e qualche notizia che faceva scalpore.
Tempi in cui si pagava con la vita il possesso di un coltello.
Stiamo parlando di più di 150 anni fa, quando la pena di morte, per reati per i quali oggi non si va più nemmeno in prigione, era cosa comune. Lo spunto ci è offerto dal ritrovamento di un documento, un manifesto appunto, datato 15 Settembre 1849. Il manifesto, all'epoca affisso in 400 copie in tutta la Sicilia, riporta la sentenza di condanna a morte di un vizzinese, tal Rosario Dorata, un trentenne calzolaio accusato di "asportazione di arma vietata (coltello stante)".
I dieci membri del Consiglio di Guerra di Guarnigione della Provincia di Catania condannarono il povero Dorata alla pubblica fucilazione e alle "spese del giudizio in favore del Real Tesoro". Ed il 15 Settembre, alle sette del mattino, al calzolaio fu tolta la vita.
Una testimonianza di tempi ormai passati, di leggi oggi considerate disumane, ma che ci da una piccola idea di come si potesse vivere un secolo e mezzo fa a Vizzini, tra la vita di tutti i giorni, e qualche notizia che faceva scalpore.
Tempi in cui si pagava con la vita il possesso di un coltello.
05/12/2004 | 5329 letture | 0 commenti
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